Descrizione ♦
Opera della maestra del thriller nero, venerata da Stephen King, Lizzie è il primo grande romanzo delle personalità multiple. La protagonista, Elizabeth Richmond, ventitré anni, i tratti insieme eleganti e anonimi di una «vera gentildonna» della provincia americana, non sembra avere altri progetti che quello di aspettare «la propria dipartita stando il meno male possibile». Sotto un’ingannevole tranquillità, infatti, si agita in lei un disagio allarmante che si traduce in ricorrenti emicranie, vertigini e strane amnesie. Un disagio a lungo senza nome, finché un medico geniale e ostinato, il dottor Wright, dopo aver sottoposto la giovane a lunghe sedute ipnotiche, rivelerà la presenza di tre personalità sovrapposte e conflittuali: oltre alla stessa Elizabeth, l’amabile e socievole Beth e il suo negativo fotografico Betsy, «maschera crudele e deforme» che vorrebbe fagocitare e distruggere – con il suo «sorriso laido e grossolano» e i suoi modi sadici, insolenti e volgari – le altre due.
È solo l’inizio di un inabissamento che assomiglierà, più a che un percorso clinico coronato da un successo terapeutico, a una discesa amorale e spietata nelle battaglie angosciose di un Io diviso, apparentemente impossibile da ricomporre: tanto che il dottor Wright sentirà scosse le fondamenta non solo della sua dottrina, ma della sua stessa visione del rapporto tra l’identità e la realtà.
Citazioni ♦
“Perché non si ricorda mai solo la cosa in sé, ma anche il contorno, si ricorda quello che è successo prima e quello che è successo dopo e comunque un brutto ricordo, disse per consolarsi, basta e avanza, chiaro.”
“Mia madre preparò dei tramezzini con il burro di arachidi e la marmellata e mentre mangiavo le arance mi guardava e diceva «Burro di arachidi», e allora io la guardavo e dicevo «Marmellata» ed era buffo perché lei voleva il burro di arachidi e io la marmellata ed era buffo che due persone che si volevano così bene e che avevano lo stesso nome amassero due cose così diverse.”
“Con sconfinata sensazione di felice perversità ordinò, alla maniera di zia Morgen, un bicchierino di sherry, e non si accorse che il cameriere titubava chiedendosi se la ragazza avesse l’età che dimostrava nell’aspetto, e allora non c’era da preoccuparsi, o quella che dimostrava nei modi, nel quel caso non avrebbe potuto servirle alcolici. Il cameriere, ad ogni modo, era un amante della logica, e giunse alla conclusione che una donna aveva più facilmente gli anni che dimostrava piuttosto che quelli che fingeva di avere, così le servì lo sherry.”
“«A mia moglie piaccioni i gioielli, ma non quelli dozzinali. Non quelli che si trovano dappertutto. No, a lei piacciono i gioielli insoliti. »
«Ah sono i migliori» disse Betsy. «Ma quasi tutto può essere insolito, se non ci sei abituato, chiaro».”
“Sembrava logico supporre che il potere fosse collegato al controllo conscio, e dunque più lungo era il tempo in cui una singola personalità riusciva a prevalere sulle altre, più quella personalità diventava forte, spillando dalle altre le loro preziosa coscienza. Sapevo già che nel nostro caso il potere stava nella conoscenza, e la personalità primaria di Miss R. doveva essere quella con la mente più aperta.”
“«Lizzie, Beth e io siamo tutte tue amiche di vecchia data, e anche se io non ti sto simpatica, non è mica giusto che tu ci metta sotto la custodia di una sconosciuta».
«Non ho alcuna intenzione di mettervi sotto la “custodia”, come dice lei, di chicchessia. Questa Bess è solo un’altra personalità, proprio come lei, Beth ed Elizabeth ».
«Lei non è come me» esclamò Betsy. «Lei è davvero tremenda».”
“Per molto tempo Morgen era stata l’oggetto più straordinario del proprio paesaggio, e adesso qualsiasi cosa più strana di lei, a suo modo di vedere, era palesemente falsa, o semplicemente non esisteva.”